Il tema della sostenibilità ambientale e l’impatto della Water FootPrint sono temi di alta rilevanza nel settore lapideo.
La variazione regimi pluviometrici, l’aumento del numero di precipitazioni intense, la diminuzione dei giorni piovosi ed altri recenti fenomeni hanno focalizzato l’attenzione sul consumo idrico delle imprese e sul ruolo centrale svolto dal riutilizzo delle acque nel processo produttivo.
Tutti questi eventi, infatti, hanno portato ad una tendenziale carenza idrica globale. Lo scenario di utilizzo attuale di risorse idriche disponibili sta portando ad uno sfruttamento di quantità d’acqua enormi, superiore alla effettiva disponibilità.
In un futuro prossimo, anche a causa del riscaldamento globale e dell’inquinamento, la quantità di acqua dolce a disposizione potrebbe non essere più sufficiente a soddisfare la crescente domanda.
Tale fenomeno diviene particolarmente allarmante in alcuni settori, ed in particolar modo nel settore lapideo, dove la dipendenza ad alti volumi di acqua lo rende notevolmente vulnerabile alla scarsità di acqua.
La water footprint, normata dalla ISO 14046 : 2016, è un indicatore ambientale che utilizza come indice di valutazione la quantità di acqua necessaria per produrre un determinato prodotto e si inserisce in un più ampio quadro volto ad un programma di miglioramento ambientale delle attività.
La WFP fa una essenziale distinzione fra:
ACQUA BLU – volume d’acqua di superficie o di falda utilizzata nel processo produttivo che non viene reimmessa nel sistema idrico
ACQUA VERDE – volume d’acqua piovana utilizzata durante la produzione
ACQUA GRIGIA – volume d’acqua dolce necessaria per assimilare le sostanze inquinanti
L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idrogeologico; ad esempio: il consumo di acqua verde esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu.
La water footprint permette di avere una prospettiva ampia su come il produttore influisce sull’utilizzo di acqua dolce, non misurando la gravità dell’impatto a livello locale, ma fornendo un’indicazione sulla sostenibilità spazio-temporale dalla risorsa utilizzata per fini antropici.
Nell’ottica di un miglioramento ambientale, è fondamentale per le aziende applicare un percorso che riduca il consumo delle acque emunte dai pozzi (acque blu), utilizzi le acque piovane (acque verdi) ed elimini gli scarichi idrici (acque grigie).
OGGI la distribuzione delle risorse idriche utilizzate, nella maggior parte delle Aziende del settore lapideo, rispecchia la seguente ripartizione proporzionale:
ACQUE VERDI = 5%
ACQUE BLU = 70%
ACQUE GRIGIE = 25%
Una maggiore sostenibilità significa ottenere DOMANI una ripartizione ottimizzata come la seguente:
ACQUE VERDI = 90%
ACQUE BLU = 10%
ACQUE GRIGIE = 0%
Tali risultati possono essere raggiunti solo riducendo il più possibile il consumo delle acque blu, utilizzando al massimo le acque verdi e, soprattutto, recuperando le acque di processo mediante le nuove tecnologie disponibili in modo da eliminare lo scarico di acque grigie e creare in questo modo un circuito chiuso.
I benefici dell’applicazione della ISO 14046 sono evidenti, non solo nel lungo periodo e in un’ottica di valorizzazione di una risorsa in esaurimento, ma anche nel breve periodo e , in primo luogo, sotto il profilo economico, legato all’abbattimento dei costi a seguito di un minor impiego di acqua nei processi produttivi.