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Il nuovo Decreto MiTE n.152/2022 per l’aggregato recuperato

Il nuovo Regolamento per il recupero dei rifiuti derivanti dalle attività di costruzione e demolizione e dei rifiuti di origine minerale

Un recente decreto del ministero della transizione ecologica, il n. 152 de 27 settembre 2022, è destinato ad avere un notevole impatto all’interno delle attività del settore lapideo e non solo.

Il 27/09/2022 il Ministero della transizione ecologica ha firmato un nuovo decreto, in vigore dal 04/11/2022, che adotta i criteri specifici nel rispetto dei quali i rifiuti inerti dalle attività di costruzione e di demolizione e gli altri rifiuti di origine minerale sottoposti ad operazioni di recupero, cessano di essere rifiuti e diventano “aggregato recuperato”.

Ma come può questo nuovo Regolamento ripercuotersi sulle imprese del settore lapideo?

Uno degli aspetti più critici di questo nuovo decreto è da riscontrarsi nei controlli che devono essere effettuati sull’aggregato recuperato e, in particolare, nella garanzia del rispetto dei parametri di cui alla tabella 2, equiparabili ai limiti della colonna A allegato 5 al Titolo V della Parte quarta D.lgs. 152/ 2006.

Nei prossimi mesi, pertanto, le ditte che effettuano il recupero dei residui di lavorazione del materiale lapideo sospenderanno il ritiro del materiale che rientrerà nei limiti della colonna B, causando non pochi disagi ai clienti che, in questo modo, si troveranno a non avere più canali concorrenziali a cui destinarlo.

Da ostacolo ad occasione di miglioramento

Ad oggi, l’unica soluzione percorribile è pertanto quella di migliorare qualitativamente il proprio residuo finale di lavorazione, con lo scopo di farlo rientrare all’interno dei margini previsti dalla colonna A.

L’operazione di miglioramento non è impossibile; al contrario, in molti casi tale risultato è raggiungibile attraverso alcuni accorgimenti tecnici che possono apportare un notevole vantaggio sia a livello qualitativo che a livello economico sul lungo periodo.

Da un’analisi effettuata sul residuo di molte aziende del settore è infatti emerso che il parametro che presenta maggiori criticità è quello degli idrocarburi C>12 che spesso non rientra, e nemmeno si avvicina, ai limiti della colonna A (dove è previsto il limite di 50 mg/kg s.s.).

La presenza di idrocarburi all’interno del residuo di lavorazione è data principalmente dagli oli e grassi utilizzati per lubrificare i macchinari, che rilasciano tale composto chimico, facendolo confluire poi nel fango finale.

Una soluzione concreta

Analizzando la causa di tale elevata concentrazione è stato possibile individuare le modalità con le quali tale parametro analitico può essere abbattuto. L’intervento di miglioramento non richiede modifiche progettuali all’impianto ma, nella maggior parte dei casi, solo la rimozione degli oli e grassi minerali a favore di un utilizzo di lubrificanti biodegradabili che non contengono idrocarburi.

In questo modo è possibile, non solo evitare ostacoli legati allo smaltimento del proprio residuo di lavorazione, ma anche ottenere un materiale meno impattante a livello ambientale che, se abbinato ad un processo produttivo a ciclo chiuso, potrà essere qualificato più facilmente come sottoprodotto e non più come rifiuto, con un conseguente risparmio dal punto di vista economico.

Ogni Impresa del settore lapideo presenta, come ben sapete, proprie peculiarità e caratteristiche differenti. Al fine di intervenire in modo mirato ed efficace, è necessario affidarsi a professionisti in grado di analizzare con attenzione tutte le diverse variabili e realtà della ditta, in modo da evitare sprechi e tempi di intervento lunghi.

Progettoqualità è uno studio di consulenza che, grazie all’esperienza maturata sul settore, può affiancarvi in questo processo di ottimizzazione e consigliarvi la strada per far fronte a questo nuovo cambiamento.

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