L’ottimizzazione degli impianti di trattamento e la chiarificazione delle acque di processo è un argomento di crescente importanza poichè, nonostante ci siano sempre copiose piogge, è sempre necessario valutare la possibilità di riutilizzare le acque utilizzate nei processi produttivi, in quanto sprecare una risorsa importante come l’acqua è un comportamento inadeguato verso l’ambiente ed antieconomico per l’impresa.
La possibilità di poter usufruire sempre di nuova acqua di pozzo non stimola l’imprenditore a migliorare il processo di trattamento e chiarificazione delle acque di processo, ma il concetto è completamente errato, poiché l’emunzione ha un costo economico (elettricità ed usura delle pompe) ed ambientale, poiché scaricando acqua non idonea all’habitat possiamo solo a peggiorare una situazione già molto compromessa.
Il settore della lavorazione lapidea è sicuramente un’attività che utilizza molta acqua durante le varie fasi lavorative. Trattandosi di acque di processo contenenti quasi esclusivamente materiale inerte, per il loro trattamento vengono utilizzati impianti chiarificazione basati sulla separazione delle sostanze solide disperse o disciolte nell’acqua, utilizzando processi chimico-fisici.
La separazione delle sostanze solide avviene per gravità, sfruttando la differenza di peso specifico tra le polveri di marmo e/o granito e l’acqua.
Ovviamente l’impiego di sostanze più leggere come resine, cere ed abrasivi crea una situazione più complessa, per la quale occorre fare un approfondimento.
La separazione di una particella solida dal fluido che la contiene è influenzata non solo dalla differenza di peso specifico, ma anche dalla superficie del sedimentatore. Il problema è quindi anche legato alle dimensioni del sedimentatore, che spesso non possiamo sostituire.
Attualmente, quindi, l’unica possibilità è quella di facilitare la sedimentazione utilizzando additivi e flocculanti che, essendo sostanze chimiche, è necessario che siano dosati correttamente e solo quando è realmente necessario.
Il legame colloidale che si forma tra le particelle più leggere e l’acqua deve essere interrotto per facilitare la precipitazione dei piccoli granuli che, trovandosi in un sedimentatore con una superficie insufficiente, hanno difficoltà a depositarsi sul fondo conico. Per questo motivo, dopo aver agito sulla rottura del legame colloidale, è necessario aumentare artificiosamente il volume della particella, affinché la sua massa possa vincere la spinta idrostatica, (generata dal principio di Archimede): per ottenere questo risultato è dobbiamo utilizzare un prodotto che raccolga le singole particelle creando un fiocco più grande e pesante.
Esistono diverse tipologie di flocculanti idonei allo scopo, ma ognuno di essi si comporta in modo diverso in base alle caratteristiche di ciascuna acqua. E’ quindi necessario, dopo aver eseguito test specifici, individuare il prodotto idoneo e il dosaggio corretto. La scelta ottimale sarà quella di individuare la condizione migliore per la formazione del fiocco con la minima quantità di flocculante, in quanto un suo eccessivo dosaggio comporterebbe, oltre che ad un maggiore inquinamento, ad un maggiore costo e spesso ad un calo dell’efficienza del processo.
E’ anche possibile eliminare completamente il dosaggio di sostanze chimiche, sostituendole con prodotti naturali (già ampiamente utilizzati in altri settori produttivi come ad esempio nelle cartiere) che possono essere immessi serenamente in ambiente.
È quindi possibile, con le giuste competenze, strumenti e prodotti, arrivare all’ottimizzazione degli impianti di trattamento e chiarificazione già presenti in azienda. Questo percorso di revamping utilizzerà una strumentazione per il controllo del processo, prodotti e dosaggi individuati dopo test e verifiche strumentali, una scelta di prodotti di qualità e a basso impatto ambientale.
L’intero processo sarà telecontrollato e monitorato a distanza e, grazie alla interconnessione del sistema con la rete informatica aziendale, consentirà all’impresa di far rientrare l’investimento nelle spese incentivate dal piano di “TRANSIZIONE 4.0 2021” ( ex industria 4.0 ); in questo modo si garantirà la qualità dell’acqua anche in caso di scarico evitando il superamento dei limiti di legge ed eliminando il rischio di sanzioni e denunce penali.
Progettoqualità e Giemme Trattamento Acque sono a disposizione per sopralluoghi e preventivi, per mettervi a disposizione la nostra competenza, strumentazione e prodotti.